Il Quadrato magico (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) - Storia e segreti

Il Quadrato Magico
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Sator Arepo Tenet Opera Rotas

 

Che cos'è questo piccolo capolavoro di ingegneria letterale, leggibile in tutti e due i sensi? Le prime scoperte del quadrato risalgono all'anno 822, in una Bibbia carolingia; in una parete del Duomo di Siena, di fronte al Palazzo Arcivescovile; in un mosaico dietro l'altare di Pieve Terzagni, vicino Cremona; nei castelli di Chinon e Jarnac; in una vecchia casa di Puy (Alta Loira); nella Maison de justice di Valbonnais (Isère); nella chiesa di San Pietro ad Oratorium vicino a Capestrano (L'Aquila); in un convento della Val Seriana e un altro - dove la scrittura è andata perduta - nel convento di Maria Maddalena di Campomarzio in Verona; in un manoscritto della Biblioteca Capitolare di Vercelli dove le parole sono tracciate l'una dietro l'altra fino a formare il perfetto palindromo satorarepotenetoperarotas. Molto spesso il Quadrato era invocato per le sue virtù taumaturgiche. In una pergamena d'Aurillac del XIII secolo si legge che mostrato ad una donna gravida, la farà partorire senza dolore; per quello che si dice in un libro stampato a Lione nel 1555 da Jean de Choul, la virtù del Quadrato si eserciterebbe invece contro la febbre; nell'opera De rerum varietate del medico astrologo Gerolamo Cardano (Milano, 1557), contro la rabbia; in molti libri di magia popolare venduti alle fiere di Francia e Belgio, sarebbe ottimo per indurre le ragazze a... ballare. Il metodo suggerito dal Cardano - dare al cane sospetto di idrofobia una crosta di pane, con sù scritte le cinque parole magiche, e recitando contemporaneamente cinque Paternoster - lo si trova anche riportato da monsignor Giacomo Filippo Tommasini, vescovo di Cittanova d'Istria nella metà del secolo XVII, in un capitolo dei suoi Commentari Storici Geografici dell'Istria, dove tratta delle infermità degli Istriani. Nessuna meraviglia. In una recente pubblicazione (Ciascuno ha la sua, di B. Castellino e L. Villani, uscita nel 1962) si legge: "Il primo venerdì di Luna compera un cordoncino rosso, lungo tre palmi. Ritirati poi in una stanza oscura e recita le seguenti parole cabalistiche nove volte di seguito: Enam, Binach, Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas, Hold, Kether, Coeckmae, Tedulah, Teburah, Tipheret, Jesot, Sardac, Jo, Nezah. Terminata l'invocazione, pensando intensamente alla persona amata, implora: amami! In questo momento farai un nodo al cordoncino rosso. Questa cerimonia dovrà essere ripetuta nove giorni di seguito, alla stessa ora. Fatti i nove nodi, lega il cordoncino attorno al braccio sinistro e tocca furtivamente la persona amata." Chiusa la parentesi, torniamo ai ritrovamenti e alle notizie che si avevano a tutto il 1868. Essi non risalivano ad oltre il IX secolo; era chiaro dunque che la formula del SATOR non poteva essere anteriore a quel tempo. Senonché, un giorno del 1868, tra le rovine romane di Cirencester (l'antica Corinium, in Gran Bretagna), sull'intonaco di un muro di una casa senza storia, - ma certamente databile al III secolo - fu rinvenuto un graffito col medesimo Quadrato. Un nugolo di studiosi si mise a studiarlo coscienziosamente: alcuni lo ritennero un simbolo cristiano, altri rifiutarono con sdegno l'ipotesi (ci fu anche chi arrivò a questa semplicistica spiegazione: "C'era una volta un sagrestano, - di nome Salvatore Arepo - che suonava le campane col sistema, allora in uso, delle ruote"). I sostenitori della tesi religiosa ragionavano così: Nei primi tempi, durante le tremende persecuzioni contro la fede, i Cristiani non potevano liberamente manifestare il proprio Credo; si accontentavano quindi di disegnare la figura del Buon Pastore, di tracciarsi sulla fronte il segno della Croce. Era il tempo delle cruces dissimulatae. Ebbene, il Quadrato Magico non può che risalire a quell'epoca e deve contenere in sé un particolare significato cristiano. Quale fosse il significato lo scoprì nel 1926 un pastore evangelista di Chemnitz, Felix Grosser, il quale fu così abile da riordinare le venticinque lettere a sua disposizione nel Segno della Croce, dove la parola PATERNOSTER - che ne costituirebbe i bracci - è preceduta dalle lettere A ed O, corrispondenti latine dell'Alfa ed Omega greci, principio e fine di tutte le cose:

 

Era un trionfo per i sostenitori della tesi religiosa. Ma gli avversari non mollarono: "Interessante - dissero: - però vogliamo cercare di spiegare anche il significato apparente? Quell'AREPO, per esempio, è un grosso scoglio: e non lo si gabelli per un nome proprio". Ma anche l'ultimo ostacolo fu superato. Si scoprì che nelle Gallie, a Lione, una certa misura di superficie, in tempo di dominazione romana, veniva chiamato semiiugerum, sia, con vocabolo del posto, arepennis, dal nome del carro, àrepos, impiegato per lavorare il terreno. Niente di più semplice che il celtico àrepos diventasse per i latini àrepus. Come controprova, dalle pagine di una Bibbia greca del XIV secolo, dovuta a un monaco bizantino, balzò fuori una traduzione del Quadrato, dove alla parola AREPO corrispondeva il greco àrotron. Intendendo allore arepo come un ablativo di strumento, si otteneva: "Il Seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote"; intendendolo come un dativo d'interesse: "Il Seminatore, inteso al suo carro, tiene con cura le ruote". Venivano a cadere, inesorabilmente, tutte le contorte spiegazioni di quanti avevano cercato di anagrammare le 25 lettere, ottenendo risultati di questo genere:

Oro te, pater, oro te, pater, sanas!
O pater, ores, pro aetate nostra!
Ora, operare, ostenta te, Pastor!
Retro Satana, toto opere asper!

o di tutt'altro senso, in accordo con la funzione magica che, col tempo, assunse il Quadrato:

Satan oro te, pro arte a te spero
Satan, ter oro te, opera praesto!
Satan, oro te, reparato opes!

Tutto sembrava concluso, quando due successive scoperte a Pompei - l'una del 5 ottobre 1925 e l'altra del 12 novembre 1936 - rimisero in ballo l'intera questione. Infatti, in quelle due date, vennero alla luce nella città dissepolta, rispettivamente in un pezzo d'intonaco della casa di Paquio Proculo e nella scanalatura di una colonna mediana del portico occidentale di un edificio ad ovest dell'Anfiteatro, due graffiti col solito Quadrato. I più fiduciosi dichiararono subito: "Niente di nuovo; vuol dire che a Pompei, prima della famosa eruzione del 79, c'era già un centro clandestino di Cristiani!"
"Impossibile - ribatterono gli oppositori - perché, se accettiamo per vera la ricostruzione del Grosser, quella A e quella O (corrispondenti all'Alfa e Omega greci) non possono essere che un riflesso della Apocalisse, di quel passo cioè (I, 8) in cui Dio, parlando all'Apostolo Giovanni, disse
Io sono l'Alfa e l'Omega, l'Inizio e la Fine, Colui che è, che è stato e che sarà, l'Onnipotente.
E in realtà la diffusione dell'Apocalisse nell'Italia centrale e meridionale non poté avvenire prima del 120-150: per cui, bisognava trvare un'altra spiegazione soddisfacente. Il che è risultato facile, dato che esistono parecchie iscrizioni Pompeiane successive al suo interramento sotto la lava del Vesuvio: sono di mano - come dice con garbo il Carcopino, che ha studiato a fondo il problema, sempre parteggiando per il valore cristiano del Quadrato - di visitatori postumi, cioè di ladroni, di archeologi abusivi e magari anche di appassionati. Pertanto la data di nascita della magica scritta rimane quella stabilita dopo Cirencester: quel III secolo, in cui si propagò anche l'uso di simboleggiare la Croce con la lettera greca tau. Notazione questa che conferma un'altra intuizione del Grosser e seguaci: che dovunque nel Quadrato appaia una T, ai suoi fianchi appaiono contemporaneamente una A e una O:

Quale centro originario di diffusione, si è pensato - anche per la presenza di quella parola celtica - alla Gallia, e precisamente a Lione, dove effettivamente, dal II secolo in poi, si svolse in primo piano la storia del Cristianesimo. Solamente il Quadrato di Cristo poteva restituire a Roma, minacciata nel III secolo dai barbari, straziata dalle lotte per l'Impero, una speranza di salvezza. "Ora - conclude il Carcopino - questa salvezza non poteva essere congiunta al Quadrato, se esso, con le prime parole dell'orazione domenicale disposte in croce per anagramma, e queste croci, visibili ai soli iniziati nelle T di TENET, non richiudessero un segreto simbolo della Croce Redentrice".

Il Quadrato Magico - © Copyright by Riccardo Francavilla 1999 - 2024
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Il quadrato magico affrescato all'interno dell'abbazia di Trisulti (Collepardo, Frosinone)


Bibliografia
Carcopino G. - Le Christianisme secret du carré magique - Parigi, Michel, 1953
G.A. Rossi - Storia dell'Enigmistica - Centro Editoriale Internazionale, Roma
Santi A. - Bibliografia dell'enigmistica - Firenze, Sansoni, 1952
Giacomo Filippo Tomassini - Commentari Storici Geografici dell'Istria - Biblioteca Nazionale, Roma
B. Castellino e L. Villani - Ciascuno ha la sua - 1962
Gerolamo Cardano - De rerum varietate, Milano, 1557 - Biblioteca Nazionale, Roma
Autori vari - La Bibbia

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